mercoledì 31 marzo 2010

Prevenire le malattie del cuore

 La prevenzione
(Come ridurre i pericoli)

Fattori di rischio

Prevenire le malattie del cuore significa, in primo luogo, evitare quei  fattori di rischio
che accompagnano la nostra vita quotidiana e ai quali, nella magior parte dei casi, non dedichiamo
tutta l’attenzione necessaria.
I più noti fattori di rischio sono:


·         l’alta pressione del sangue
·         elevati livelli di colesterolo e triglceridi plasmatici
·         il fumo
·         l’ecesso di peso
·         lo stress
·         la tensione prolongata
·         l’alimentazione eccessiva e sbagliata
·         l’inattività fisica
·         l’ereditarietà.
             
Se escludiamo l’ereditarietà, che non può certamente essere attribuita a responsabilità del singolo, la magior parte degli altri fattori ha la sua origine in un sistema di vita disordinato che logora gradualmente, e talvolta definitivamente, la resistenza del nostro organismo. Cosi, mentre la tendenza all’elevata presione del sangue può essere (ma in rari casi) di origine ereditaria, non altrettanto si può dire per il fumo, l’alimentazione, lo stress, l’inattività fisica.
 In questi casi non si eredita l’arteriosclerosi e la predisposizione all’infarto. Si eredita, in realtà, la tendenza fisica, psicologica, familiare a essere ultrasensibili, tesi, nervosi, impazienti, incapaci di autocontrollo, spesso autoindulgenti, ansiosi.
C’è chi, invece, è più fortunato ed eredita quindi tendenze fisiche e psicologiche, predisposizioni familiari a essere quietamente sensibile, rilassato, flemmatico, riflessivo, un pò fatalistico, practico e, in conclusione, sereno.
La prima categoria di individui descritti deve imparare a vivere e pensare diversamente. Chi vi appartiene deve acquisire la consapevolezza della necessità di difendere la propria salutee di gestire in modo più disteso la propria esistenza, per vincere, con il controllo e anche con l’autosuggestione, la forza che tenta di trascinarlo indietro, verso l’autoannullamento.
Quindi, il problema è sostanzialmente umo solo:  vivere più controllati, meno tesi, mangiare meno e più correttamente, godere meglio la vita che ci è toccata, le cose comuni. E riconoscere la validità, l’importanza.
Se questo è il  << pass >>  psicologico delle malattie di cuore, restano i problemi concreti, posti dalla prevenzione delle cardiopatie. La causa prima delle malattie di cuore è il fumo delle sigarette: il fumo infatti aumenta i battiti cardiaci, alza la pressione del sangue e restringe i vasi sanguigni. Statistiche realizzate negli Stati Uniti hanno dimostrato come i fumatori abbiano il doppio di probabilità di essere colpiti da infarto di quante ne abbiano i non fumatori. D’altra parte, mentre da un lato si continua a mettere i guardia i fumatori dalla possibilità di venire colpiti dal cancro, in realtà le statistiche mostrano come sia più probabile l’insorgere di un attacco cardiaco.
Anni di ricerca hanno chiaramente dimostrato come il rischio di un attacco cardiaco (o di malattie gravi come enfisema polmonare, cancro, bronchiti croniche, ecc.) aumento in diretta proporzione al numero delle sigarette fumate.
Le morti provocate dalle malattie coronariche sono significativamente più alte fra i fumatori che non fra quelli che non hanno mai fumato. In concreto, le probabilità di un fumatore di morire prima dei sessantacinque anni sono ben più alte di quelle di un non fumatore.
Ecco, a proposito, una tabella sul consumo delle sigarette fumate quotidianamente e le conseguenze sulla durata della vita.
  Se fumate venti sigarette al giorno:
·         ogni giorno voi fumate circa otto ore della vostra vita
·         ogni settimana riducete la vostra vita di due giorni
·         ogni mese,  otto giornu in meno
·         ogni anno, vi fumate tre o quattro mesi della vostra vita.
Fumare, quindi  affatica il cuore perchè la nicotina restringe i vasi sanguigni, aumenta notevolmente la pressione e moltiplica la fatica del cuore.
Uno studio sui controllori del traffico aereo ha dimonstrato che anche lo stress è strettamente collegato al rialzo della pressione sanguina, che a sua volta è in diretta relazione con l’insorgere di disturbi cardiaci.
Tra i metodi migliori per ridurre lo stress si consiglia un regolare esercizio fisico, che tonifica il corpo e aumenta l’efficienza di cuore e polmoni. Una ricerca americana, durata vent’anni, condotta su  17.000 soggetti, ha portato alla conclusione che quelle persone che hanno regolarmente esercitato il proprio corpo due o tre volte a settimana – con podismo, nuoto, tennis, jogging, bicicletta o altro – per tutta la loro vita rischiano di essere colpiti da un attcco cardiaco con il cinquanta per cento di probabilità in meno rispetto a coloro che hanno condotto vita sedentaria. Persino gli ex fumatori, i sovrappeso, persone con una vita familiare costellata di parenti infartuati, hanno tratto beneficio dall’esercizio  fisico.
 Certo è che le attività fisiche che vanno dal jogging alle grandi maratone sono diventate di moda in certe aree sociali. E questo, talvolta è negativo: individui che per anni non hanno svolto alcuna attività atletica e che poi, d‘improvviso, dopo la lettura di un articolo, hanno cominciato a darsi a strenui esercizi fisici, possono incorrere in incidenti di carattere traumatico o peggio.
La spiegazione è semplice: si tratta di eccessi.
Importante è allora sapere che l’esercizio constante e regolare porta a una maggiore armonia fisica, mentre lo sforzo, disordinato, spasmodico, non costante, può portare  a notevoli disturbi.
L’attività fisica, limitata alle proprie capacità e possibilità, è quindi un elemento indispensabile per creare, insieme al controllo delle altre attività, un equilibrio che permette una minore usura del proprio organismo.
Per quanto riguarda l’ipertensione, è un fenomeno tipico delle società industrializzate, ed è fra i più temuti fattori di rischio per coronaropatie e danni cerebrali.
 Per ipertensione, si intende la pressione arteriosa alta, uno dei enomeni più diffusi nella vita delle comunità caratterizzate da un’alimentazione al di sopra del fabbisogno reale dell’individuo, da uno stress continuo associato ad altri elementi di rischio come alcool e fumo, caffè, cibi molto salati, ecc. In molti casi, l’ipertensione si può controllare anche soltanto sottoponendo il paziente a diete rigorose, senza bisogno di somministragli alcun farmaco.
Lo stress viene invece spesso considerato soltanto un elemento negativo, un surplus di energia fisica o psichica chiesto al nostro organismo  e quindi dannoso. Non è cosi. Nella giusta misura, lo stress serve al nostro organismo per mettere in funzione quegli organi di riserva che vanno mantenuti in esercizio, per abituare il nostro fisico anche agli sforzi supplementari che talvolta la vita quotidiana richiede.
Naturalmente, quando lo stress è eccessivo e continuo, richiede all’organismo più di quanto esso possa solitamente dare. Un continuo stato di tensione, un impegno fisico o psichico pesante e continuato richiedono naturalmente un impegno eccessivo, che è dannoso, perché impegna fino all’estremo perfino le riserve del nostro organismo. Lo stress <<  equilibrato >>, invece, produce stimolo anche al fisico e dà <<  tono >> alla nostra attività. Ma bisogna  che sia interrotto da regolari momenti  di quiete o recupero. Filosoficamente può essere definito << saggia motivazione >>.

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