giovedì 1 aprile 2010

REFLUSSO GASTROESOFAGEO: PAZIENTI DIFFICILMENTE TRATTABILI

REFLUSSO GASTROESOFAGEO: PAZIENTI DIFFICILMENTE  TRATTABILI 

Nei paesi civili, quelli definiti “ricchi”, il 20% delle persone adulte lamentano disturbi gastroesofagei (bruciori di stomaco, rigurgiti acidi) e di questi il 10% ne è afflitto giornalmente.
Il reflusso gastroesofageo è una malattia patologica la cui causa è il rigurgito del contenuto acido dello stomaco nell’esofago, con conseguente infiammazione della sua mucosa.
In un recente studio illustri Clinici italiani hanno valutato i costi sanitari diretti della malattia e hanno concluso che “in alcuni casi nonostante si adotti la terapia con gli Inibitori di Pompa Protonica (IPP) i pazienti rimangono sintomatici e per questo sono definiti “difficili” in quanto è difficile ottenerne il miglioramento.
I costi relativi a 10 anni di trattamenti farmacologici e/o conservativi per i gastropatici cronici sono risultati nettamente superiori a quelli del trattamento chirurgico.
Dati statistici hanno dimostrato che il 10% dei 10milioni di italiani con Malattia da Reflusso Gastro Esofageo (MRGE) lamentano disturbi recidivi non trattabili farmacologicamente.
Le cause sono diverse: atonicità dello sfintere basso dell’esofago, ernia iatale, effetto irritante dei succhi acidi e/o ipertrofia o spasticità dello sfintere basso dello stomaco, vale a dire il piloro.
Una delle cause più costanti, ma anche tra le più difficili da diagnosticare, è la lentezza dello svuotamento gastrico.
L’indagine più frequente e utile per una diagnosi corretta è la gastroscopia che, tuttavia, non è efficiente per indagare i movimenti dei muscoli esofagei, sia gastrici che duodenali.
L’esame più utile è quello radiografico eseguito con il pasto di bario perché simula il transito del bolo alimentare e permette di vedere il comportamento dello sfintere dell’esofago e la motilità gastrica.
Quando il reflusso gastroesofageo è continuo e perdura nel tempo può portare, a distanza di anni, all’esofagite cronica (esofagite di Barrett) che può diventare pericolosa oncologicamente.
Per i pazienti poco trattabili farmacologicamente (“pazienti difficili”) l’unica alternativa terapeutica può essere quella chirurgica che va indicata a seconda delle caratteristiche più o meno complesse del singolo individuo.
 (vedi 
CURENTI MEDICAL DIAGNOSIS & TREATMENT e SURGICAL CLINICS OF NORTH AMERICA)

1 commento:

  1. molto chiaro vi consiglio di leggere anche i libri atlante di cardiopatie
    e il libro del cuore scritti semplicemente e alla portata di tutti

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